Oro granulato                                                

L'oro granulato: un ponte luminoso tra la materia e lo spirito. Mario Pincherle. Macro Edizioni.

Più di cinquemila anni sono passati da quando vede la luce, in Mesopotamia, il primo gioiello in oro granulato "a giorno", ossia fatto da microsfere d'oro senza alcun supporto in lamina, così che tra loro traspaia la luce, creando un effetto incantevole. Un gioiello nato da quest'arte raffinatissima è così perfetto da essere capace di sfidare il tempo ed essere considerato come un "ponte luminoso tra la materia e lo spirito"

Una frase del Libro di Osiride, il PER-EM-RA e un'attenta indagine storica, hanno aiutato l'autore nel 1995 a svelare il mistero di questa antichissima tecnica che ancora oggi sfida l'abilità dei moderni orafi, realizzando microsfere di oro perfette con "l'antico metodo di cauta dalla torre" utilizzando come ingredienti soltanto Oro, Incenso e Mirra.
Pincherle ha realizzato diversi gioielli in oro granulato utilizzando l'antica tecnica.

Le microsfere d'oro vengono provvisoriamente applicate al gioiello con colla di mirra, (la gomma arabica), subito dopo il gioiello viene parzialmente fuso dentro uno stampo di incenso che resiste ad altissime temperature. Una volta raffreddato il gioiello rinasce dalle ceneri di incenso proprio come la mitica Araba Fenice.
Quest'arte scomparve in tutto il periodo della Grecia classica e della dominazione romana e non se ne parlò più; il metodo riscoperto da Pincherle fa luce su questa tecnica ai limiti delle possibilità umane.

Per capire gli ori granulati bisogna sfatare un luogo comune: la civiltà etrusca; dalle ricerche e attraverso gli studi effettuati da Pincherle, si è concluso che etruschi non erano in grado di riprodurre l'oro granulato, ma che se lo procuravano rubandolo o strappandolo ai popoli vinti. I gioielli appartenevano infatti all'epoca di Saragon di Accadia, il re dai cento nomi e alla civiltà minoica; e, di furto in furto, di arrembaggio in arrembaggio, di padre in figlio, sono giunti fino a noi e noi, che li chiamiamo "ori granulati etruschi", dovremmo invece chiamarli ori rubati..
La prova inoppugnabile consiste nello ristabilire agli Ausoni la paternalità della civiltà che sorse nella nostra penisola molto tempo prima che i popoli indio-europei vi giungessero e dimostrare che gli ori granulati risalgono ad un'epoca che precede di tremila anni il sorgere della civiltà etrusca. Si parte con la prova della datazione dei monoliti ciclopici realizzati con mura a blocchi poligonali provata nel 1989 con risultati probanti e definitivi descritta nel volume "il porto invisibile di Orbetello" Pacini editore, Pisa 1989.

Un altro riscontro inoppugnabile si potrebbe ottenere semplicemente datando con il carbonio c14 il frammento di una bacchettina di antichissimo legno pietrificato contenuta nel cosidetto "affibbiaglio" cilindrico in lamina d'oro granulato, rinvenuto nella Tomba Barberini e conservato al museo di Villa Giulia a Roma.
Questa analisi formerebbe un ulteriore prova inequivocabile della datazione anteriore dell'oro granulato rispetto alla civiltà etrusca, ridimensionandola.
L' autore identificando e sfatando il falso storico de la "Fibula del Louvre", ha smascherato l' unico gioiello etrusco in oro granulato che testimonierebbe la fattezza etrusca dei gioielli.

Il pensiero perfetto del "Re Vero" è simbolizzato dalla perfezione dei gioielli in oro granulato. Soltanto dalla perfezione del pensiero del "Messia che ritorna" poté scaturire la "creazione perfetta" dell' Oricalco. E' lui il vero inventore del "calco dei ritorni", è lui, l' "El dorado".
Nell'epopea di Gilgamesh, (il Messia che ritorna) ritradotta da Pincherle si parla dell'oro granulato, la cui riscoperta precederà il ritorno dell'età dell'oro sulla terra.

L'oro granulato

Borchia di Spina, Ferrara

Oro granulato

L'autore e il forno per la spallinatura

oro granulato
oro granulato

Gioiello realizzato dall'autore

Gioiello realizzato dall'autore

oro granulato
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