Specchi ustori di Archimede                      

Mario ha riprodotto una "macchina" con cui Archimede avrebbe incendiato le navi di Siracusa più di 2000 anni fa e che Proclo avrebbe ripetuto nel 514 durante l'assedio di Costantinopoli, compatibile con le tecnologie presenti all'epoca.

Il 22 Marzo 1972 a Osimo, dove era preside di un istituto, ha riprodotto questo esperimento.
Secondo Mario la "macchina" ustoria di Archimede non si basava su un grande specchio parabolico, ma sarebbe composta da numerosi specchi piani. Ciascuno specchio sarebbe mobile, affinché tutte le immagini riflesse possano essere dirette verso lo stesso punto concorrendo in esso.
Uno storico descrisse la scena: i raggi del sole ricevuti dagli specchi di metallo suscitarono un fuoco così grande che ridusse in cenere i vascelli dei Romani benché fossero ad una distanza di un tiro di freccia (circa 200 piedi)

Molti scienziati del passato , tra cui il grande Cartesio , considerarono impossibile e favoloso lo specchio di Archimede, ma ciò deriva da un loro errore di calcolo. Essi infatti ignoravano molte cose che sono state scoperte recentemente e, soprattutto, consideravano i raggi del sole paralleli, cosa non vera. Il sole inoltre, non occupa ai nostri occhi un punto, ma uno spazio, di 32 minuti e quindi nessuno specchio piano può ridurre l'immagine a uno spazio più piccolo di questa misura.
Basandoci sulle cognizioni tecniche di quei tempi potremmo escludere che Archimede utilizzasse specchi curvi, ma veniva usato un grande specchio apparentemente parabolico, in realtà formato da moltissimi specchi piani ravvicinati tra loro.

I Siracusani, accorrevano nel momento dell'assedio a migliaia sulle mura, sui tetti delle case, sui templi, ognuno con in mano uno specchio e ognuno pronto a bersagliare la vela grande di una nave romana in avvicinamento.
Noi sappiamo che il calore dell'acqua bollente non è che il triplo del calore dei raggi del sole estivo e siccome il riflettere di uno specchio fa diminuire solo della metà il calore, siamo convinti che basterebbero solo sei specchi a far bollire l'acqua. Con queste cognizioni siamo riusciti a ricostruire la macchina ustoria.
Nella riproduzione sono stati usati 40 specchi di circa mezzo piede di diametro posti ad una distanza di 50 metri che furono sufficienti ad incendiare la ricostruzione della nave Romana.

specchi ustori
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